Il
lavoro evidenzia in primo luogo le dimensioni quasi confiscatorie
assunte dal prelievo tributario nell’ordinamento italiano,
dovute al sovrapporsi di imposte sul reddito e patrimoniali,
rilevando come in tale contesto i bonus edilizi andrebbero visti
anche nell’ottica di mera restituzione di risorse ad un settore
sovra-tassato. Si rileva poi la centralità assunta dalle
politiche ambientali nella definizione di questi bonus, ma anche
l’effetto negativo di incremento delle rendite catastali che
l’effettuazione dei lavori di adeguamento determina, originando
la necessità di rinvenire un correttivo tramite la
valorizzazione della dimensione anche funzionale del catasto, quale
luogo di rilevazione anche delle caratteristiche energetiche e
sismiche dei singoli edifici onde poter costruire agevolazioni ad hoc
per tutti quei fabbricati che contribuiscono a ridurre, se non ad
azzerare, le c.d. “esternalità negative”. Si
evidenziano, infine, talune ulteriori possibili misure fiscali utili
alla “riqualificazione” energetica e sismica degli
edifici.
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