Scritto da Beatrice Bertarini • gen 2025
L’articolo analizza le 19 azioni presenti nel “Pacchetto europeo di aiuti per le piccole e medie imprese” evidenziando come esse rappresentano la più recente evoluzione di un intervento pubblico a favore delle PMI che nel tempo ha sempre posto particolare attenzione alla crescita e alla competitività di queste imprese.
The article analyzes the 19 actions included in the “European Aid Package for Small and Medium Enterprises” highlighting how they represent the latest evolution of public intervention in favor of SMEs, which has always paid particular attention to the growth and competitiveness of these businesses over time.
1.
Le piccole e medie imprese, d’ora innanzi PMI, rappresentano il 99% delle imprese dell’Unione europea essendo, quindi, la parte più importante dell’economia dell’UE; esse vengo analizzate all’interno dell’“Annual Report on European SMEs 2023/2024” utilizzando tre variabili “value added expressed in both current and constant prices, Employment and Number of firms”1 che fanno emergere che “in 2023, real-terms value added declined by 1.6%. Regarding 2024, a further decrease of 1.0% is expected. Employment increased in 2023 by 1.8%, and for 2024, the growth is predicted to slow down a bit, reaching 0.8%. Over the broader period of the last five years, value added in real terms increased by 9.5% and employment grew by 5.9%. Within the overall SME population, micro-SMEs performed better than small and medium-sized SMEs in both categories, value added and employment in 2023”.2
L’importanza che esse rivestono, quindi, le pone al centro anche della transizione verde e digitale in atto, come analizzato dalla Commissione europea nella Comunicazione del 10 marzo 2020 intitolata “Una strategia per le PMI per un’Europa sostenibile e digitale”,3 che evidenzia come esse “offrono soluzioni innovative per sfide quali i cambiamenti climatici, l’efficienza in termini di risorse e la coesione sociale e contribuiscono a diffondere tali innovazioni in tutte le regioni d’Europa”.4 Esse, però, non riescono ancora a sfruttare pienamente il loro potenziale ed appare necessario definire azioni basate su tre pilastri, e cioè: “potenziare le capacità e sostenere la transizione verso la sostenibilità e la digitalizzazione”, “ridurre l'onere normativo e migliorare l'accesso al mercato”, ed infine “migliorare l'accesso ai finanziamenti”.5
2.
A distanza di cinque anni, la necessità di politiche ed interventi specificamente mirate a sostenere la crescita e la competitività delle PMI al fine di cogliere appieno le opportunità insite sia nella transizione verde, sia nella transizione digitale sono dettagliate nella recente Comunicazione della Commissione europea del 12 settembre 2023 n. 535, intitolata “Pacchetto di aiuti per le PMI”.
Sebbene le PMI siano state destinatarie negli ultimi anni di molteplici azioni,6 esse “si vedono confrontate con grandi incertezze, limitazioni dell’offerta, carenza di forza lavoro e una concorrenza non sempre leale. La volatilità e l’imprevedibilità dell’attuale contesto economico hanno reso più difficile l’attività delle PMI. In alcuni momenti del 2021 e 2022 esse hanno incontrato difficoltà ad assumere nuovo personale per soddisfare un forte rialzo della domanda. Hanno inoltre dovuto far fronte a un aumento dei costi dell’energia causato dalla guerra di aggressione russa contro l’Ucraina, mentre il rapido aumento dei prezzi delle materie prime ha esercitato ancora più pressione sulle piccole imprese. Anche l’aumento dei tassi di interesse ha reso più oneroso l’acceso delle PMI ai finanziamenti”.7
In questo quadro appare necessario che “l’UE e gli Stati membri continuino a sostenere le PMI costantemente, aiutandole a consolidare la loro ripresa e a sfruttare appieno il loro potenziale, di modo che tutte le PMI – dal piccolo negozio di alimentari all’albergo a conduzione familiare fino alle start-up nel settore della tecnologia – possano continuare a contribuire alla prosperità a lungo termine dell’Europa”.8
Il pacchetto di aiuti che viene definito dalla Commissione europea “mira a fornire un sostegno a breve termine, promuovere la competitività e la resilienza delle PMI a lungo termine e favorire un contesto imprenditoriale equo e propizio per le PMI”,9 e prevede sia “una proposta di regolamento sui ritardi di pagamento, sia “una proposta di direttiva sulla semplificazione fiscale per le PMI”, sia “una serie di misure per agevolare le PMI, migliorare l'accesso ai finanziamenti e a una forza lavoro qualificata e fornire sostegno alle PMI lungo tutto il loro ciclo di vita”.10
Infatti, gli oneri amministrativi o gli ostacoli normativi11 rappresentano il maggiore problema per le PMI che rilevano la necessità di “un contesto normativo prevedibile, una buona governance e un quadro istituzionale efficiente [che] contribuiscano a rafforzare la competitività, garantire l’equità e fornire assistenza”.12 Al contempo “i ritardi di pagamento subiti dalle PMI frenano la competitività, aumentano l’incertezza e scoraggiano la partecipazione agli appalti pubblici”;13 ulteriormente l’accesso ai finanziamenti “richiede più sforzi alle piccole imprese che alle grandi imprese”, infatti la maggiore “incertezza e i costi di finanziamento più elevati riducono la capacità delle PMI di effettuare investimenti”.14 Infine, “la disponibilità di personale qualificato o di dirigenti esperti è diventata di recente una delle sfide più importanti per il 27 % delle PMI nell’UE, mentre il 70 % delle PMI segnala un aumento del costo del lavoro”.15
Questi elementi definiscono un quadro istituzionale all’interno del quale le PMI non riescono ancora a ritornare “ai livelli rendimento pre-pandemia”,16 infatti, “secondo le previsioni, se rettificato per tenere conto dell’inflazione, il valore aggiunto delle PMI per il 2023 dovrebbe rimanere del 3,6 % (contro l’1,8 % delle grandi imprese) al di sotto dei livelli del 2019, mentre l’occupazione nelle PMI è a malapena tornata ai livelli pre-crisi. In termini reali, nel 2022 il valore aggiunto delle PMI appartenenti a 12 dei 14 ecosistemi industriali ha subito una diminuzione e per il 2023 è previsto un calo del valore aggiunto delle PMI in tutti gli ecosistemi”.17
La Comunicazione della Commissione identifica più nel dettaglio 19 azioni collegate a problematiche rilevanti ed impattanti sulla prosperità e la crescita delle PMI; una prima azione è relativa alla semplificazione fiscale e “propone una direttiva di semplificazione fiscale che istituisce un sistema di tassazione in base alla sede centrale per le PMI”.18 Le successive 6 azioni sono riconducibili alla necessità di legiferare meglio per le PMI, considerando che “la Commissione è impegnata a garantire un contesto normativo propizio per le imprese che aiuti le PMI a essere produttive, competitive e resilienti”;19 nel dettaglio la Commissione intende “prendere sistematicamente in considerazione disposizioni specifiche favorevoli alle PMI nelle nuove proposte legislative, se del caso, giustificate e in linea con gli obiettivi strategici dell’Unione”;20 “nominare un rappresentante dell’UE per le PMI incaricato di fornire orientamenti e consulenza alla Commissione sulle questioni relative alle PMI e di difendere gli interessi delle PMI verso l’esterno. Il rappresentante dell’UE per le PMI riferirà direttamente al Presidente, riferendo nel contempo al commissario per il Mercato interno in merito a tutte le attività connesse alle PMI svolte in collaborazione con i servizi della DG GROW, che sosterrà il lavoro dei rappresentanti”;21 “garantire che il rappresentante dell’UE per le PMI partecipi alle audizioni del comitato per il controllo normativo con le direzioni generali sulle iniziative che hanno un forte impatto sulle PMI”;22 “promuovere, unitamente al Parlamento europeo e al Consiglio, l’attuazione di una valutazione ‘in loco’ dell’impatto sulle PMI e sulla competitività delle modifiche sostanziali suggerite alle proposte della Commissione nel corso della procedura colegislativa”;23 “collaborare con le agenzie esecutive e le agenzie decentrate al fine di individuare e promuovere le buone pratiche per sostenere le PMI e facilitare loro il ricorso ai servizi delle agenzie”;24 “collaborare con gli Stati membri per promuovere la sperimentazione e l’innovazione per le start-up attraverso spazi di sperimentazione normativa”.25
La Commissione europea mira anche a “utilizzare le tecnologie digitali per ridurre gli oneri e rafforzare la resilienza” poiché la digitalizzazione può rivestire un ruolo significativo nella riduzione degli oneri e dei costi a carico delle PMI; per tale ragione si vuole “avviare entro la fine del 2023 il sistema tecnico ‘una tantum’ in collaborazione con gli Stati membri e ampliare ulteriormente la portata dello sportello digitale unico per includere nuove procedure, tenendo conto delle esigenze delle PMI”;26 al contempo la Commissione promuove “la razionalizzazione degli obblighi di comunicazione che derivano dalla legislazione dell'UE”.27
Al fine di migliorare la liquidità e l’accesso ai finanziamenti verranno presentati “un nuovo regolamento sui ritardi di pagamento per contrastare i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali”;28 nonché un’azione volta a incentivare l’accesso alle misure di sostegno finanziario previste dall’Unione europea che viene stimato che fino al 2027 arriveranno a oltre 200 miliardi di euro. A tale fine la Commissione incoraggia “gli Stati membri, attraverso la pertinente struttura di governance di InvestEU, ad assegnare risorse supplementari ai comparti nazionali a titolo di InvestEU e a facilitare l’apporto di contributi da parte del dispositivo RRF a InvestEU fornendo ulteriori orientamenti sull’applicazione del principio ‘non arrecare un danno significativo’ entro ottobre 2023”;29 parallelamente l’azione 12 intende “collaborare con il FEI (Fondo europeo per gli investimenti) per l’istituzione nel corso del 2024 di un meccanismo pilota volto a consentire alle agenzie per il credito all’esportazione di sostenere le PMI nei loro scambi commerciali con l’Ucraina”.30
L’azione 13 è specificamente orientata a facilitare l’accesso delle PMI ai mercati degli appalti pubblici prevedendo “l’uso di disposizioni standardizzate per gli appalti e condizioni adatte alle PMI per migliorare la partecipazione delle PMI agli appalti pubblici”.31
Le successive due azioni pongono particolare attenzione sul ruolo che le PMI svolgono nel conseguire gli obiettivi di neutralità climatica definiti dall’Unione europea, sottolineando che alle PMI deve essere garantito “un quadro semplice e standardizzato per riferire in merito alle questioni ambientali, sociali e di governance, limitando il rischio di ripercussioni a cascata degli obblighi di informativa sulle PMI non quotate nella catena del valore di imprese che rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva CSRD e assicurando la rapida emanazione di norme volontarie per le PMI non quotate”;32 e che sia necessario incoraggiare “le istituzioni finanziarie a includere finanziamenti verdi per le PMI nei loro modelli di business, nel modo seguente: a. elaborando una norma sui prestiti verdi o una definizione degli stessi, in particolare per le PMI sulla base del prossimo parere dell’Autorità bancaria europea; b. valutare un adeguamento propizio alle PMI del coefficiente di attivi verdi da prendere in considerazione in un futuro aggiornamento dell’atto delegato sull’informativa in base alla tassonomia”.33
Una forza lavoro qualificata, capace di far fronte alle sfide del cambiamento tecnologico e alle sfide globali, che sappia garantire la resilienza delle PMI contribuendo “nel contempo alla società, alla produttività e all’innovazione”,34 è al centro dell’azione 16 e dell’azione 17 attraverso le quali la Commissione europea intende “presentare una proposta per istituire un bacino di talenti dell’UE e un’iniziativa per migliorare il riconoscimento delle qualifiche e delle competenze dei cittadini di paesi terzi al fine di contribuire a rimediare alla mancanza di personale qualificato nel mercato del lavoro dell’UE entro il quarto trimestre del 2023”;35 nonché “lavorare con gruppi il cui potenziale imprenditoriale non sfruttato rimane elevato, come donne, giovani e persone con disabilità, attraverso campagne di sensibilizzazione, tutoraggio e coaching”.36
La crescita delle PMI può consentire loro di divenire imprese di media capitalizzazione e ciò richiede misure specifiche volte a prestare “attenzione alle esigenze delle imprese che superano le soglie della definizione di PMI e della più ampia gamma di piccole imprese a media capitalizzazione, e inoltre, entro la fine del 2023: a. analizzare l’impatto dell’elevata inflazione e degli incrementi della produttività nel lungo periodo nonché l’interazione con eventuali misure supplementari per le imprese a media capitalizzazione, al fine di innalzare, ove giustificato, le soglie finanziarie dell’attuale definizione di PMI. b. elaborare una definizione armonizzata per le piccole imprese a media capitalizzazione; c. successivamente, adottare le misure necessarie per rispecchiare una definizione riveduta di PMI nei pertinenti atti legislativi, e d. creare un insieme di dati basato sulla definizione di piccole imprese a media capitalizzazione e valutare eventuali misure per sostenere quelle imprese nella loro crescita (compresa la potenziale applicazione in forma adattata di alcune misure a favore delle PMI)”.37
Infine attraverso l’azione 19 la Commissione europea mira a “valutare le condizioni quadro per i trasferimenti di imprese negli Stati membri insieme alla rete di rappresentanti nazionali per le PMI entro il secondo trimestre del 2024”.38
L’efficacia delle misure dipende indubbiamente dalla maggiore e migliore compartecipazione da parte di tutte le istituzioni europee, delle autorità nazionali, regionali e locali, nonché dalla partecipazione di imprese, sia PMI sia grandi imprese, di investitori, di parti sociali e della società civile. la Commissione “invita gli Stati membri ad applicare il principio del ‘pensare anzitutto in piccolo’ a livello nazionale, regionale e locale”,39 principio che trova una sua ampia declinazione all’interno della Comunicazione “«Small Business Act» per l’Europa”,40 riassumibile nell’assioma che “essere favorevole alle PMI deve divenire politicamente normale, in base alla convinzione che le regole devono rispettare la maggioranza di coloro che le usano”.41
3.
La valorizzazione delle PMI nel contesto economico e normativo dell’Unione europea pare il focus di azoni che mirano a incrementare la crescita e la competitività di questa particolare tipologia di imprese.
Le 19 azioni definite dall’UE mirano a “concedere aiuti a breve termine, porre le basi per la loro competitività e resilienza a lungo termine e promuovere un ambiente imprenditoriale equo e propizio per le PMI [le quali] costituiscono gli assi portanti dell’approccio della Commissione”.42 Questi obiettivi, invero, sono riscontrabili già nel 2000 all’interno della “Carta europea per le piccole imprese” proclamata dal Consiglio europeo di Santa Maria da Feira il 19 e 20 giungo 2000 che si impegnava a “rafforzare lo spirito innovativo e imprenditoriale che consenta alle imprese europee di far fronte alle sfide che le attendono; a creare un quadro normativo, fiscale e amministrativo favorevole all’attività imprenditoriale e a migliorare lo status degli imprenditori; assicurare l’accesso ai mercati sulla base delle condizioni meno onerose coerenti con gli obiettivi prioritari di ordine pubblico; facilitare l’accesso alla ricerca e alla tecnologia di qualità; migliorare l’accesso ai finanziamenti durante tutto il ciclo di vita dell’impresa; migliorare costantemente i nostri risultati, affinché le piccole imprese trovino nell’Unione europea il contesto più idoneo a livello mondiale; essere attenti alle esigenze delle piccole imprese; promuovere il sostegno alle piccole imprese più brillanti”.
La comparazione degli obiettivi definiti nella Carta e nelle 19 azioni del più recente pacchetto di aiuti fa emergere come nel tempo gli ostacoli riscontrati dalle PMI non siano mutati e come l’intervento pubblico sia costantemente rivolto a sostenere queste imprese.
L’Unione europea, infatti, dedica alle PMI un’attenzione costante nel tempo, ma appare ancora, ai giorni nostri, non esser pienamente riuscita a definire un contesto regolamentare pubblico capace di sostenere compiutamente la crescita e la competitività di queste particolari imprese che rappresentano il vero motore dell’economia europea.
1 Annual Report on European SMEs 2023/2024, p. 1.
2 Annual Report on European SMEs 2023/2024, p. 1.
3 COM (2020) 103.
4 COM (2020) 103, p. 1.
5 COM (2020) 103, p. 1.
6 COM (2023) 535, p. 2 ricorda che la PMI hanno beneficiato degli effetti derivanti “dall’istituzione di 150 poli dell’innovazione digitale in tutto il continente alla creazione di una rete di consulenti in materia di sostenibilità per le PMI; dall’avvio di percorsi di transizione per gli ecosistemi industriali europei alla riforma dell'assetto del mercato dell’energia elettrica; dal sostegno per consentire alle PMI un accesso equo ai dati alla mobilitazione di capitale di rischio per le start-up e le PMI in settori strategici come lo spazio; dal rafforzamento dell’internazionalizzazione e del commercio, dal potenziamento delle opportunità commerciali attraverso il Global Gateway alla protezione dei beni di proprietà intellettuale”.
7 COM (2023) 535, p. 2.
8 COM (2023) 535, p. 3.
9 COM (2023) 535, p. 3.
10 COM (2023) 535, p. 3; la Comunicazione analizza che “le PMI non sono ancora ritornate ai loro livelli di rendimento pre-pandemia. Secondo le previsioni, se rettificato per tenere conto dell'inflazione, il valore aggiunto delle PMI per il 2023 dovrebbe rimanere del 3,6% (contro l’1,8 % delle grandi imprese) al di sotto dei livelli del 2019, mentre l'occupazione nelle PMI è a malapena tornata ai livelli pre-crisi”.
11 Cfr. Rapporto Draghi, The future of European competitiveness – A competitiveness strategy for Europe, 9 settembre 2024, in particolare p. 4 e 16.
12 COM (2023) 535, p. 4.
13 COM (2023) 535, p. 4.
14 COM (2023) 535, p. 4.
15 COM (2023) 535, p. 4.
16 COM (2023) 535, p. 3.
17 COM (2023) 535, p. 3.
18 COM (2023) 535, p. 5.
19 COM (2023) 535, p. 5.
20 COM (2023) 535, p. 8.
21 COM (2023) 535, p. 8.
22 COM (2023) 535, p. 8.
23 COM (2023) 535, p. 8.
24 COM (2023) 535, p. 8.
25 COM (2023) 535, p. 8.
26 COM (2023) 535, p. 10.
27 COM (2023) 535, p. 10.
28 COM (2023) 535, p. 13.
29 COM (2023) 535, p. 13.
30 COM (2023) 535, p. 13.
31 COM (2023) 535, p. 16.
32 COM (2023) 535, p. 18.
33 COM (2023) 535, p. 18.
34 COM (2023) 535, p. 18.
35 COM (2023) 535, p. 20.
36 COM (2023) 535, p. 20.
37 COM (2023) 535, p. 20.
38 COM (2023) 535, p. 23.
39 COM (2023) 535, p. 24.
40 COM (2008) 394 del 25 giugno 2008, “Una corsia preferenziale per la piccola impresa”. Alla ricerca di un nuovo quadro fondamentale per la Piccola Impresa.
41 COM (2008) 394, p. 4, che prosegue: «lo “Small Business Act” mira perciò a migliorare l’approccio politico globale allo spirito imprenditoriale, ad ancorare irreversibilmente il principio “Pensare anzitutto in piccolo” nei processi decisionali – dalla formulazione delle norme al pubblico servizio – e a promuovere la crescita delle PMI aiutandole ad affrontare i problemi che continuano a ostacolarne lo sviluppo».
42 COM (2023) 535, p. 24.
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